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25

Fabrizio De André - 45 Giri
1972: Suzanne

 

Suzanne
Giovanna D'Arco

Suzanne
(Testo italiano: Fabrizio De André; Testo e Musica originali: Leonard Cohen, "Suzanne")
Nel suo posto in riva al fiume
Suzanne ti ha voluto accanto
e ora ascolti andar le barche,
ora puoi dormirle al fianco;
sì lo sai che lei è pazza
ma per questo sei con lei
e ti offre il tè e le arance
che ha portato dalla Cina
e, proprio mentre stai per dirle
che non hai amore da offrirle,
lei è già sulla tua onda
e fa che il fiume ti risponda
che da sempre siete amanti.
E tu vuoi viaggiarle insieme,
vuoi viaggiarle insieme ciecamente
perché sai che le hai toccato il corpo,
il suo corpo perfetto con la mente.
E Gesù fu un marinaio
finchè camminò sull'acqua
e restò per molto tempo
a guardare solitario
dalla sua torre di legno
e poi, quando fu sicuro
che soltanto agli annegati
fosse dato di vederlo, disse
"Siate marinai finchè il mare vi libererà".
E lui stesso fu spezzato,
ma più umano abbandonato
nella nostra mente lui non naufragò.
E tu vuoi viaggiargli insieme,
vuoi viaggiargli insieme ciecamente,
forse avrai fiducia in lui
perché ti ha toccato il corpo con la mente.
E Suzanne ti dà la mano,
ti accompagna lungo il fiume,
porta addosso stracci e piume
presi in qualche dormitorio;
il sole scende come miele
su di lei, donna del porto,
che ti indica i colori
fra la spazzatura e i fiori,
scopri eroi fra le alghe marce
e bambini nel mattino
che si sporgono all'amore
e così faranno sempre,
e Suzanne regge lo specchio.
E tu vuoi viaggiarle insieme,
vuoi viaggiarle insieme ciecamente
perché sai che ti ha toccato il corpo,
il tuo corpo perfetto con la mente.

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Giovanna D'Arco
(Testo italiano: Fabrizio De André; Testo e Musica originali: Leonard Cohen, "Joan Of Arc")
Attraverso il buio, Giovanna D'Arco
precedeva le fiamme cavalcando,
nessuna luna per la sua corazza,
nessun uomo nella sua fumosa notte al suo fianco.
"Della guerra sono stanca ormai,
al lavoro di un tempo tornerei,
a un vestito da sposa o qualcosa di bianco
per nascondere questa mia vocazione al trionfo ed al pianto".
"Son parole, le tue, che volevo ascoltare,
ti ho spiata ogni giorno cavalcare
e a sentirti così ora so cosa voglio:
vincere un'eroina così fredda, abbracciarne l'orgoglio".
"E chi sei, tu?", lei disse divertendosi al gioco,
"chi sei tu, che mi parli così senza riguardo?".
"Veramente stai parlando col fuoco
e amo la tua solitudine, amo il tuo sguardo".
"E se tu sei il fuoco, raffreddati un poco,
le tue mani ora avranno da tenere qualcosa",
e tacendo gli si arrampicò dentro
ad offrirgli il suo modo migliore di essere sposa.
E nel profondo del suo cuore rovente,
lui prese ad avvolgere Giovanna D'Arco
e là in alto e davanti alla gente
lui appese le ceneri inutili
del suo abito bianco.
E fu dal profondo del suo cuore rovente
che lui prese Giovanna e la colpì nel segno,
lei capì chiaramente
che se lui era il fuoco lei doveva essere il legno.

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