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26

Cristiano De André - Album
2001: Scaramante

  Buona Speranza
Lady Barcollando
Sei Arrivata
Fragile Scusa
Un'Antica Canzone
Le Quaranta Carte
Sapevo Il Credo
Sempre Anà
La Diligenza
Il Silenzio E La Luce

Buona Speranza
(Testo e Musica: Cristiano De André, Oliviero Malaspina)
Sento i ricordi salire
dal cuore fino a dentro agli occhi,
tra le linee della mia mano
un riflesso di specchi;
al vapore di un sole di grano
sudore rassegnato,
è un nodo di venti tra le foglie d'ulivo,
è buona speranza tra le foglie d'ulivo.
Eri respiro di terra scura,
di luce che trema da sola,
qui dove inizia il mio destino,
dal primo giorno di scuola;
proprio dove mi son perduto,
proprio dove ti rincorrevo,
è un nodo di venti tra le foglie d'ulivo,
è buona speranza tra le foglie d'ulivo.
E avevi l'odore di erba e di brina,
di strade in salita e di corse, domenica mattina;
oh, gente per strada,
venite a sentire le voci
di tutto il silenzio che cade
da queste croci.
E la banda passava
e in pieno sole tua madre, tua madre;
è un nodo di venti tra le foglie d'ulivo,
è buona speranza tra le foglie d'ulivo.
E avevi l'odore di erba e di brina,
di strade in salita e di corse, domenica mattina;
oh, gente per strada,
venite a sentire le voci
di tutto il silenzio che cade
da queste croci,
da queste croci,
da queste croci.
E' un nodo di venti tra le foglie d'ulivo,
è buona speranza tra le foglie d'ulivo.

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Lady Barcollando
(Testo e Musica: Cristiano De André, Oliviero Malaspina)
Passa Lady Barcollando
nella nebbia del mattino,
ha puntato col suo dito
ogni uomo, ogni destino.
C'è chi è lì senza scarpe
e chiede la carità,
lei cede i suoi diritti
ai commercianti di pietà.
Scusa hai visto, per caso, passare la vita
e chi la sta portando via?
Chi ci riempie la testa di marmellata
e si nasconde dietro il "così sia"?
Scusa hai visto passare Lady Barcollando?
Aveva delle cose mie,
ha venduto pezzi per ogni governo
e adesso compra anche le fantasie.
Le puttane di regime
preferiscono i rossetti,
coccodrilli e tacchi a spillo,
finte lacrime a cubetti:
sanno bene mentire
le loro banalità
così Lady Barcollando
distribuisce civiltà.
Civiltà fatta di menzogne,
di eserciti, di carogne,
preistoria degli equilibristi,
decalogo degli analisti
in riunione a deliberare
chi si è buttato, chi è da buttare
e tutti insieme stanno già aspettando
un aiuto da Lady Barcollando.
Stiamo in guardia come lupi,
stiamo pronti ad azzannare
chi ci vuole programmare
per produrre e consumare;
siamo guardie e vedette
tra paesi e città
perché Lady Barcollando
sta svendendo la realtà.
Civiltà fatta di menzogne,
di eserciti, di carogne,
preistoria degli equilibristi,
decalogo degli analisti
in riunione a deliberare
chi si è buttato, chi è da buttare
e tutti insieme stanno già aspettando
un aiuto da Lady Barcollando.
Scusa hai visto, per caso, passare la vita
e chi la sta portando via?
Chi ci riempie la testa di marmellata
e si nasconde dietro il "così sia"?
Scusa hai visto passare Lady Barcollando?
Aveva delle cose mie,
ha venduto pezzi per ogni governo
e adesso compra anche le fantasie.
Scusa hai visto, per caso, passare la vita
e chi la sta portando via?
Chi ci riempie la testa di marmellata
e si nasconde dietro il "così sia"?
Scusa hai visto passare Lady Barcollando?
Aveva delle cose mie,
ha venduto pezzi per ogni governo
e adesso compra anche le fantasie.

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Sei Arrivata
(Testo e Musica: Cristiano De André, D. Greggio)
Sei arrivata,
tu sei arrivata,
sei arrivata,
cazzo se sei arrivata!
Sei arrivata sulla fine dell'estate piegando parafulmini,
seguendo linee chiare, primo autunno, quello dei colori rossi,
portata al mare, monti a Sauvignon e sei arrivata,
sei arrivata su un aereo incompatibile senza ritorno.
Sei arrivata dalle idee naviganti, dimenticato cane,
ovulando per diletto sul disastro di questo caldo,
fumandoti soldi, vittoria in placido relax,
già sicura come i delfini color madreperla,
non sapendo dei mari e del loro confine nel cielo gemello:
come bestia sacra tu sei arrivata.
Tempesta in una stanza, uragano nel bicchiere,
arrivi sempre bestemmiando sull'andare delle cose,
passeggiando, calpestando, spezzi l'ordine del tempo,
respirare fuori casa, dico "olè".
Tu sei arrivata,
sei arrivata,
tu sei arrivata,
cazzo se sei arrivata!
Nascosta da un pianeta che non dorme mai,
sei solo la parabola di questi guai, dei nostri guai.
Sei arrivata alla fine dell'estate piegando parafulmini,
seguendo linee chiare, primo autunno, quello dei colori rossi,
portata al mare, monti a Sauvignon e sei arrivata,
sei arrivata su un aereo incompatibile senza ritorno,
ovulando per diletto sul disastro di questo caldo.
Tempesta in una stanza, uragano nel bicchiere,
arrivi sempre bestemmiando sull'andare delle cose,
passeggiando, calpestando, spezzi l'ordine del tempo,
respirare fuori casa, dico "olè".
Tu sei arrivata,
sei arrivata,
tu sei arrivata,
cazzo se sei arrivata!
Tu sei arrivata dalle idee naviganti, dimenticato cane,
fumandoti soldi, follia, in acido relax,
già sicura come i delfini color madreperla,
non sapendo dei mari e del loro confine nel cielo gemello:
come bestia sacra tu sei arrivata.
Tempesta in una stanza, uragano nel bicchiere,
arrivi sempre bestemmiando sull'andare delle cose,
passeggiando, calpestando, spezzi l'ordine del tempo,
respirare fuori casa, dico "olè".
Tempesta in una stanza, uragano nel bicchiere,
arrivi sempre bestemmiando sull'andare delle cose,
passeggiando, calpestando, spezzi l'ordine del tempo,
respirare fuori casa, dico... "olè"!

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Fragile Scusa
(Testo e Musica: Cristiano De André, Oliviero Malaspina)
Quanti amici ho sentito partire,
le chitarre scordate,
con le vene buciate dal taglio
in un giorno d'estate.
Quanto amore ci vuole per capire il dolore
e poi quanto dolore per capire l'amore.
Questa storia è una storia scontata,
una domanda infinita,
è un'infanzia sorpresa alle spalle,
una fragile scusa.
Quanto tempo ci vuole per capire l'amore
e poi quanto dolore per capire me.
Mi sono perso e ritrovato
nelle vie che mi han cresciuto,
perso nel buio, salvo per caso;
ho creduto a troppa gente,
troppe facce in chiaroscuro,
ma batte il mio cuore
più forte di ogni tamburo.
Così adesso non corro, non corro:
mi fermo a guardare;
ogni giorno che passa è un fratello
a cui dare la mano e poi si vedrà.
Quanto tempo ci vuole per capire l'amore.
Mi sono perso e ritrovato
nelle vie che mi han cresciuto,
perso nel buio, salvo per caso;
ho creduto a troppa gente,
troppe facce in chiaroscuro,
ma batte il mio cuore
più forte di ogni tamburo.
Con mille speranze batte il mio cuore
più forte di ogni dolore.

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Un'Antica Canzone
(Testo e Musica: Cristiano De André)
Terra di luce,
luce di terra, cuore d'argento,
terra di fiume,
di acque e pietre di neve e di fango,
movimenti d'orologio e di dispersione
ed il vento che va dove vuole;
non mi abbandonare mai nelle mie incertezze,
cantami un'antica canzone.
Terra di casa,
mio buon profumo, dolce malattia,
così preziosa,
dimenticata anima mia,
negli ingorghi di parole, tra gli sprechi, nelle strade
dove spesso siamo contro sole;
non mi abbandonare mai nelle mie incertezze,
cantami un'antica canzone.
Terra di favole,
di danze, fuochi e canti di rugiada,
terra probabile,
scacchi e tarocchi al ciglio della strada,
movimenti d'orologio e di dispersione
ed il vento che va dove vuole;
non mi abbandonare mai nelle mie incertezze,
cantami un'antica canzone.
Non mi abbandonare mai nelle mie incertezze,
cantami un'antica canzone.

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Le Quaranta Carte
(Testo e Musica: Cristiano De André, Oliviero Malaspina)
Il silenzioso argento della luna
che questa notte piano si consuma,
io voglio amare di più
e come una sorgente:
andare verso il mare,
andare fino al mare.
Nei miei sogni si aprono infinite onde,
è con i tuoi sogni che io sono nato,
e questa terra ferita che un po' mi confonde, confonde.
Le quaranta carte ed i tarocchi falsi,
girano le giostre coi cavali rossi,
il cielo, i suoi pianeti e le comete spente,
cristalli ed amuleti per tirar la sorte;
la luna per i ragni con le gambe corte,
sei come la mia terra, tu sei la mia barca,
tu sei come il mio mare, tu sei corda e vela,
sei sangue del mio sangue e ancora mi consola.
Dietro ogni sguardo c'è una luna e un treno
ed un bambino con l'arcobaleno
che vuole amore di più
e come una sorgente:
andare verso il mare,
andare fino al mare.
E benvenuta sia, voglia di vivere,
che ci fai piangere, che poi ci fai ridere;
e benvenuta sia, tra queste pagine
da scrivere, ancora da scrivere.
Le quaranta carte ed i tarocchi falsi,
girano le giostre coi cavali rossi.
Nei miei sogni si aprono infinite onde,
è con i tuoi signi che io sono nato,
e questa terra ferita che un po' mi confonde, confonde.
Le quaranta carte ed i tarocchi falsi,
girano le giostre coi cavali rossi,
il cielo, i suoi pianeti e le comete spente,
cristalli ed amuleti per tirar la sorte;
la luna per i ragni con le gambe corte,
sei come la mia terra, tu sei la mia barca,
tu sei come il mio mare, tu sei corda e vela,
sei sangue del mio sangue e ancora mi consola.
Le quaranta carte ed i tarocchi falsi,
girano le giostre coi cavali rossi,
il cielo, i suoi pianeti e le comete spente,
cristalli ed amuleti per tirar la sorte;
la luna per i ragni con le gambe corte,
sei come la mia terra, tu sei la mia barca,
tu sei come il mio mare, tu sei corda e vela,
sei sangue del mio sangue e ancora mi consola.
Le quaranta carte ed i tarocchi falsi,
girano le giostre coi cavali rossi,
il cielo, i suoi pianeti e le comete spente,
cristalli ed amuleti per tirar la sorte;
la luna per i ragni con le gambe corte,
sei come la mia terra, tu sei la mia barca,
tu sei come il mio mare, tu sei corda e vela,
sei sangue del mio sangue e ancora mi consola.

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Sapevo Il Credo
(Testo e Musica: R. Marra)
Il vento bussa forte, si aspetta il temporale
e l'odore della pioggia si sente fino a qua;
mi ricordo da bambino, gli occhi chiusi dopo il tuono,
andava via la luce, ma tu non eri là.
Il pane quotidiano per scongiurare il peggio,
mia madre dietro ai vetri che pregava Dio;
dietro una candela accesa, io sul muro ero un gigante,
fai che smetta adesso, fai che non piova più.
Meglio sarebbe che non ti avessi amato,
sapevo il Credo ed ora l'ho scordato;
e non sapendo più l'Ave Maria,
come potrò salvare l'anima mia?
La sera si tornava con nelle tasche niente,
si riposano bestemmie, ma la fatica no;
c'è un sapere in ogni vita, più prezioso dei diamanti,
poi si cancella tutto, ma la memoria no.
Meglio sarebbe che non ti avessi amato,
sapevo il Credo ed ora l'ho scordato;
e non sapendo più l'Ave Maria,
come potrò salvare l'anima mia?
Meglio sarebbe che non ti avessi amato,
sapevo il Credo ed ora l'ho scordato;
e non sapendo più l'Ave Maria,
come potrò salvare l'anima mia?
Come potrò salvare l'anima mia?

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Sempre Anà
(Testo e Musica: Cristiano De André, Mauro Pagani)
E intanto Leo giocava con la palla
su quella sabbia che è sempre poi la stessa
ma i miei castelli adesso non ci sono più,
son scivolati via.
E le mie dita inseguono gli accordi
di questa vita che non so dove mi porti,
mentre mi volto, mi vedo, sono ancora lì
ad aspettare il via.
C'è questo maestrale
e tutta quella musica
che non mi lascia andare,
non si dimentica.
Ma se vedemu
intu mezu du mä,
suvia a' n'unda
che nu pö turnà,
sempre anà, anà, anà;
suttu a 'u ventu a rintanà,
a çercà tera in mezu a 'u mä,
sempre anà, anà, anà.(*)
E adesso prova a leggermi le stelle
e a dirmi cosa arriverà dal mare,
se sono sogni da fotografia, da buttare via.
C'è questo maestrale
e tutta questa musica
che non mi lascia andare,
non si dimentica.
Ma se vedemu
intu mezu du mä,
suvia a' n'unda
che nu pö turnà,
sempre anà, anà, anà;
suttu a 'u ventu a rintanà,
a çercà tera in mezu a 'u mä,
sempre anà, anà, anà.
Ma se vedemu
intu mezu du mä,
suvia a' n'unda
che nu pö turnà,
sempre anà, anà, anà;
suttu a 'u ventu a rintanà,
a çercà tera in mezu a 'u mä,
sempre anà, anà, anà.
Ma se vedemu
intu mezu du mä,
suvia a' n'unda
che nu pö turnà,
sempre anà, anà, anà;
suttu a 'u ventu a rintanà,
a çercà tera in mezu a 'u mä,
sempre anà, anà, anà.
Sempre anà, anà, anà.
Sempre anà, anà, anà.
(*) - Traduzione dal genovese:
Ma ci vedremo
nel mezzo del mare,
sopra un'onda che non può tornare,
sempre andare, andare andare;
sotto il vento a rintanarci,
a cercar terra in mezzo al mare,
sempre andare, andare, andare.

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La Diligenza
(Testo e Musica: Cristiano De André)
Han caricato la diligenza
e mi hanno detto che può partire,
verso mezzogiorno può partire.
Qui sotto il sole si sta aspettando
e Sammy ha già trovato posto
in fondo alla diligenza che può partire.
In un giorno e in una notte
arriveremo alla frontiera,
c'è chi fa segno col cappello:
si può partire, si può partire.
Amore, stringimi la mano
e guarda fuori dal finestrino
questo paesaggio americano
sul finire del mattino;
qualcuno tenta di dormire,
così dimentica le sue pene,
e in mezzo a un volo di galline
Sammy spezza le sue catene.
E può partire, si può partire.
Hanno fermato la diligenza,
i soldati con i fucili:
c'è un condannato da scovare,
un innocente da giustiziare.
Hanno chiesto a tutti il nome,
la provenienza ed il cognome,
Sammy è vestito da predicatore,
ci fanno segno: si può partire.
Amore, svegliati, ci siamo
e guarda fuori dal finestrino
questo paesaggio messicano
sulle luci del mattino.
E' arrivata la diligenza,
si scende tutti piano piano,
Sammy passa, ci guarda, sorride
e in un secondo è già lontano.
E può partire, si può partire.

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Il Silenzio E La Luce
(Testo e Musica: Cristiano De André, Oliviero Malaspina)
Ascolta questo silenzio
di fango e di canne sottili,
di acque che battono le grondaie;
ma che cosa sarà delle acque?
Cosa sarà di noi?
Ascolta questo silenzio
di neve che cade dagli occhi,
lo so che hai pensato anche al pianto;
ma che cosa sarà della neve?
Cosa sarà di noi?
E adesso sogna, sogna ancora,
ché chi sogna non dorme quasi mai;
e adesso sogna, sogna, amore;
ché chi sogna non muore quasi mai.
Perché la morte esiste
ma è solo un piccolo destino,
perché poi c'è l'amore, l'amore,
a volte lontano,
a volte troppo vicino.
Ci sono più fuochi che stelle
in questa notte di spire di fumo,
lo sai, ti ho creduta nel fuoco;
ma che cosa sarà della notte?
Cosa sarà di noi?
E' una luce benigna di grano,
luce d'immensa povertà,
polvere di chi la sa sopportare;
ma che cosa sarà della luce?
Cosa sarà di noi?
E adesso sogna, sogna ancora,
ché chi sogna non dorme quasi mai;
e adesso sogna, sogna, amore;
ché chi sogna non muore quasi mai.
Perché la morte esiste
ma è solo un piccolo destino,
perché poi c'è l'amore, l'amore,
a volte lontano,
a volte troppo vicino.

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