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Fabrizio De André - Tutte le canzoni

Via Della Povertà
(Testo italiano: Fabrizio De André e Francesco De Gregori; Testo e Musica originali: Bob Dylan, "Desolation Row")
Il salone di bellezza in fondo al vicolo
è affollatissimo di marinai,
prova a chiedere a uno che ore sono
e ti risponderà: "Non l'ho saputo mai".
Le cartoline dall'impiccagione
sono in vendita a cento lire l'una,
il commissario cieco dietro la stazione
per un indizio ti legge la sfortuna.
E le forze dell'ordine, irrequiete,
cercano qualcosa che non va,
mentre io e la mia signora ci affacciamo stasera
su Via della Povertà.
Cenerentola sembra così facile,
ogni volta che sorride ti cattura,
ricorda proprio Bette Davis
con le mani appoggiate alla cintura.
Arriva Romeo trafelato
e le grida "il mio amore sei tu",
ma qualcuno gli dice di andar via
e di non riprovarci più.
E l'unico suono che rimane
quando l'ambulanza se ne va:
è Cenerentola che spazza la strada
in Via della Povertà.
Mentre l'alba sta uccidendo la luna
e le stelle si son quasi nascoste,
la signora che legge la fortuna
se n'è andata in compagnia dell'oste.
Ad eccezione di Abele e di Caino
tutti quanti sono andati a far l'amore,
aspettando che venga la pioggia
ad annacquare la gioia ed il dolore.
E il Buon Samaritano
sta affilando la sua pietà:
se ne andrà al carnevale stasera
in Via della Povertà.
I tre Re Magi sono disperati:
Gesù Bambino è diventato vecchio
e Mister Hyde piange sconcertato,
vedendo Jeckyll che ride nello specchio.
Ofelia è dietro la finestra,
mai nessuno le ha detto che è bella,
a soli ventidue anni
è già una vecchia zitella.
La sua morte sarà molto romantica,
trasformandosi in oro se ne andrà,
per adesso cammina avanti e indietro
in Via della Povertà.
Einstein, travestito da ubriacone,
ha nascosto i suoi appunti in un baule,
è passato di qui un'ora fa,
diretto verso l'ultima Thule:
sembrava così timido e impaurito
quando ha chiesto di fermarsi un po' qui,
ma poi ha cominciato a fumare
e a recitare l'a-b-c;
ed a vederlo tu non lo diresti mai,
ma era famoso qualche tempo fa
per suonare il violino elettrico
in Via della Povertà.
Ci si prepara per la grande festa,
c'è qualcuno che comincia ad aver sete,
il Fantasma dell'Opera
si è vestito in abiti da prete:
sta ingozzando a viva forza Casanova
per punirlo della sua sensualità,
lo ucciderà parlandogli d'amore,
dopo averlo avvelenato di pietà;
e, mentre il Fantasma grida,
tre ragazze si son spogliate già,
Casanova sta per esser violentato
in Via della Povertà.
E bravo Nettuno mattacchione,
il Titanic sta affondato nell'aurora,
nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati
e il capitano grida: "Ce ne stanno ancora";
ed Ezra Pound e Thomas Eliot
fanno a pugni nella torre di comando,
i suonatori di Calipso ridono di loro,
mentre il cielo si sta allontanando,
e, affacciati alle loro finestre nel mare,
tutti pescano mimose e lillà
e nessuno deve più preoccuparsi
di Via della Povertà.
A mezzanotte in punto i poliziotti
fanno il loro solito lavoro:
metton le manette intorno ai polsi
a quelli che ne sanno più di loro;
i prigionieri vengon trascinati
su un calvario improvvisato lì vicino
e il caporale Adolfo li ha avvisati
che passeranno tutti dal camino,
e il vento ride forte
e nessuno riuscirà
a ingannare il suo destino
in Via della Povertà.
La tua lettera l'ho avuta proprio ieri:
mi racconti tutto quel che fai,
ma non essere ridicola,
non chiedermi "come stai?";
questa gente di cui mi vai parlando
è gente come tutti noi,
non mi sembra che siano mostri,
non mi sembra che siano eroi;
e non mandarmi ancora tue notizie,
nessuno ti risponderà,
se insisti a spedirmi le tue lettere
da Via della Povertà.

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